Le mappe di radioattività realizzate grazie alle reti nazionali dei singoli Paesi per la misura della radioattività ambientale sono mappe che forniscono indicazioni utili in caso di gravi incidenti nucleari, esplosioni nucleari o altri eventi di portata regionale o globale; mentre – a causa del numero relativamente ridotto di stazioni – non possono rivelare anomalie su scala locale, cosa in teoria possibile invece attraverso le nuove mappe “collaborative”, alle quali abbiamo dedicato un articolo a sé.
La maggior parte delle misure presentate da questo tipo di reti sono “dati non validati”, il che significa che condizioni meteorologiche come la pioggia o la neve, test di calibrazione o difetti degli strumenti, dell’elettronica o del software possono portare a valori errati. Di conseguenza, stazioni singole – o persino alcune stazioni vicine – che mostrano valori anormali NON possono essere considerati automaticamente come indicazione di un aumento dei livelli di radioattività.
La rete “RadNet” statunitense
La rete “RadNet” è gestita dall’Agenzia per la protezione dell’ambiente (EPA) degli Stati Uniti. Dal sito web dell’EPA è possibile monitorare le stazioni RadNet proprio come se si fosse dei ricercatori dell’EPA – visualizzando i grafici che mostrano i risultati del monitoraggio continuo quasi in tempo reale delle radiazioni – per cui si tratta di un’esperienza coinvolgente ed istruttiva.
La stazioni della rete RadNet statunitense.
Inoltre, l’utilizzo è facilissimo ed intuitivo. Per accedere ai grafici, basta fare clic su una stazione sulla mappa. Per un elenco delle stazioni locali, basta scorrere verso il basso nella homepage e fare clic sul nome di uno stato. I dati storici sono conservati in un eccellente database accessibile al pubblico, al quale però è offerto anche un database meno “ostile” per l’utente: Envirofacts.
La rete RadNet ha più di 130 stazioni sparse sul territorio degli Stati Uniti che operano h24 tutti i giorni dell’anno, raccogliendo misure della radiazione gamma, che vengono trasmesse ogni ora a un server presso la sede centrale dell’EPA e che permettono di stabilire nel corso del tempo i livelli normali della radiazione di fondo. I grafici mostrano quanti raggi gamma sono rivelati ogni minuto.
Le stazioni Radnet hanno dei filtri che permettono di analizzare, una o due volte alla settimana, il particolato radioattivo eventualmente presente nell’aria, e stazioni di raccolta per l’acqua piovana. L’EPA controlla anche le radiazioni presenti nell’acqua potabile e in passato ha effettuato il monitoraggio dell’acqua superficiale (fino al 1999) e del latte pastorizzato (fino al 2014).
Nel caso in cui l’analisi iniziale delle radiazioni beta mostrasse una radioattività del particolato a un livello superiore a 1 pCi/mc, i risultati della spettrometria gamma sarebbero visualizzabili nella tabella sottostante dei risultati dell’analisi dei radionuclidi. Possono anche essere eseguite altre analisi specifiche dei nuclidi ed in tal caso verrebbero anch’esse mostrate pubblicamente.
Envirofacts è un database che consente all’utente di accedere ai risultati del laboratorio dell’EPA per località, visualizzando i dati grezzi o radionuclidi specifici e per mezzo: particolato d’aria, precipitazioni, acqua potabile, acqua di superficie o latte pastorizzato. Infine, c’è una guida utente che è possibile consultare se non si è già esperti nell’utilizzo di Envirofacts.
Il “Radioactivity Environmental Monitoring” europeo
L’Europa non ha una sua rete di rilevamento unica delle radiazioni ionizzanti, ma ne ha una “virtuale”, nel senso che i dati raccolti dalle varie reti nazionali dei Paesi dell’Unione Europea affluiscono a un sito web gestito dalla Commissione Europea – il Radioactivity Environmental Monitoring (REMon) – dove vengono rese pubbliche in tempo quasi reale principalmente attraverso delle mappe interattive.
La mappa “semplice” dell’Europa fornita dal Radioactivity Environmental Monitoring.
L’Italia fa parte di questa grande rete virtuale, la cui piattaforma è chiamata European Radiological Data Exchange Platform (EURDEP), che permette anche lo scambio di dati fra i vari Paesi. La piattaforma è stata sviluppata e viene gestita dal Joint Research Centre della Commissione europea, il quale dispone di sette istituti di ricerca dislocati in Belgio, Germania, Italia, Paesi Bassi e Spagna.
Ciascuna agenzia nazionale fornisce alla piattaforma i propri dati sulla radioattività ogni ora. Le mappe sono liberamente accessibili dal pubblico – anche in caso di emergenze locali o globali, grazie a un gentleman agreement fra i Paesi membri – e consentono di visualizzare i dati del monitoraggio in modo semplice e intuitivo. In particolare, sul sito del REMon cliccando su “Map” troverete due tipi di mappe.
La mappa “semplice” di monitoraggio in tempo reale mostra le ultime misurazioni della radioattività ambientale sotto forma di tassi di dose (cioè di intensità della dose) dei raggi gamma relativi alle ultime 24 ore. Per informazioni più dettagliate, si può usare la mappa “avanzata” (Atlante), in cui gli utenti possono trovare informazioni più specifiche e capire i vari fenomeni della radioattività ambientale.
La mappa semplice suddivide il territorio europeo in grosse celle a nido d’ape delle dimensioni all’incirca di 250 km ciascuna. Cliccando su una di esse, viene mostrata l’intensità media giornaliera della dose di raggi gamma, in nSv/h. A sinistra si apre poi un menù che mostra le singole stazioni all’interno di quella cella. Cliccando sul nome della stazione, si può visualizzare un grafico degli ultimi giorni.
I grafici giornalieri ed orari dell’intensità media della dose alla stazione di Pescara.
Alcuni Paesi, tuttavia, impongono un ritardo (tra 0 e 9999 ore) prima che i dati divengano a disposizione del pubblico. Pertanto, in caso di emergenze nazionali, conviene controllare anche i dati forniti in tempo reale dalle reti indipendenti di cui parliamo in un altro articolo, per quanto siano amatoriali. Infatti, quelle reti sono “collaborative” e si basano su dati raccolti sul campo da normali cittadini.
La mappa avanzata, invece, è proposta nella sezione “Atlante”, e mostra per l’Europa i livelli stimati di dose dovuti alle differenti fonti naturali di radioattività: raggi cosmici; concentrazione di radon indoor, concentrazione di uranio, torio e potassio nel suolo; raggi gamma terrestri, etc. Di particolare interesse è la mappa relativa alla concentrazione di radon indoor, che può essere ingrandita.
Infine, gli utenti che si registrano al sito possono creare delle mappe personalizzate per mostrare le ultime misurazioni della radioattività ambientale all’interno dei loro punti di interesse, ad es. la città di origine, la regione del paese, etc. Queste misurazioni vengono mostrate sotto forma di intensità della dose gamma media e di massima e minima per le ultime 24 ore. Il servizio è gratuito.
Le reti di monitoraggio italiane
Come è fatta la rete italiana di monitoraggio? Come ben illustrato dal sito web dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), il sistema italiano per la sorveglianza della radioattività ambientale è basato su una serie di reti Regionali e su delle reti Nazionali. A queste vanno aggiunte le reti di sorveglianza locale delle centrali nucleari, anche se in fase di dismissione.
Le reti Nazionali per la sorveglianza della radioattività ambientale sono quattro: la rete RESORAD (coordinata dall’ISPRA) per i rilevamenti nell’ambiente e negli alimenti effettuati dagli istituti, enti ed organismi idoneamente attrezzati; le due reti ISPRA di allarme: rete GAMMA (dose gamma in aria) e rete REMRAD (particolato atmosferico); la rete di allarme del Ministero dell’Interno.
Le stazioni della rete GAMMA, con i valori misurati (fonte: Annuario ISPRA 2016).
La rete RESORAD, in particolare, è “costituita da laboratori, distribuiti su tutto il territorio nazionale al fine di monitorare la radioattività nell’ambiente e negli alimenti e valutarne il trasferimento all’uomo”. La sorveglianza sul territorio si espleta attraverso misure di matrici ambientali e alimentari campionate secondo criteri geografici e di altro tipo, seguendo precise linee guida.
Attualmente non esiste un portale italiano che mostri in tempo reale i dati di radioattività ambientale relativi al territorio italiano, come invece avviene per i dati sui terremoti, forniti in tempo reale dal sito web dell’INGV. Ci auguriamo che esso possa presto diventare realtà e che sia statale, ma nel frattempo è possibile accedere ai dati delle stazioni di monitoraggio italiane della rete RESORAD attraverso il sito del “Radioactivity Environmental Monitoring” europeo descritto in precedenza.
Riferimenti bibliografici:
- Radnet, https://www.epa.gov/radnet
- Radioactivity Environmental Monitoring Europa, https://remon.jrc.ec.europa.eu/
- Reti di misura di vari Paesi del mondo, http://www.fukuleaks.org/web/?page_id=7334
- Reti di monitoraggio italiane, http://www.isprambiente.gov.it/it/temi/radioattivita-ambientale/controllo-della-radioattivita-ambientale/reti-di-monitoraggio
- Linee guide per il monitoraggio della radioattività, Manuale dell’ISPRA, http://www.isprambiente.gov.it/files/pubblicazioni/manuali-lineeguida/manuale-83-2012.pdf
- Atlante radiazione naturale, https://remap.jrc.ec.europa.eu/Atlas.aspx