Inquinamento luminoso: cosa fare

Nonostante la sua presenza globale, in passato l’inquinamento luminoso ed il suo impatto sull’ambiente, sulla salute umana e degli ecosistemi animali, sull’inquinamento dell’aria e sulla criminalità e ha ricevuto relativamente poca attenzione da parte dell’ambiente degli scienziati. Ciò sta cambiando, come testimonia il rapido aumento del numero di lavori pubblicati sul tema.

La consapevolezza degli effetti deleteri dell’inquinamento luminoso è iniziata all’inizio del Ventesimo secolo, ma gli sforzi per risolverne gli effetti non hanno avuto inizio fino agli anni Cinquanta. Negli anni ’80, è emerso un movimento mondiale con la fondazione dell’International Dark-Sky Association (IDA). Oggi esistono organizzazioni che si battono contro l’inquinamento luminoso  in molti Paesi.

L’International Dark-Sky Association lavora per creare o individuare e tutelare delle aree con un cielo notturno di alta qualità. In queste aree vi è il supporto di comunità e organizzazioni dedite alla riduzione dell’inquinamento luminoso. Inoltre, chiunque può partecipare alle campagne periodiche di misurazione dell’inquinamento luminoso – come ad esempio la Globe at Night – promossa dalla IDA: le osservazioni possono essere fatte con l’ausilio di smartphone, tablet o computer.

Globe at Night è una campagna internazionale per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’impatto dell’inquinamento luminoso, invitando i cittadini a misurare la luminosità del cielo notturno ed a inviare le proprie osservazioni a un database centrale. Oltre 100.000 misurazioni sono state fornite da persone di 115 Paesi durante le campagne fatte ogni inverno / primavera negli ultimi 9 anni, rendendo Globe at Night la campagna di maggior successo per la sensibilizzazione sull’argomento.

Grazie al progetto MySkyatNight puoi non solo aiutare a capire se i cieli in tutto il mondo stanno diventando più luminosi o più scuri, ma anche fare una tua analisi di tutti i dati raccolti. Guidato dal Centro di Ricerca Tedesco di Geofisica, il progetto invita le persone interessate da tutto il mondo ad esaminare i cambiamenti nel proprio cielo notturno. Una piattaforma presente sul web rende tutti i dati disponibili al pubblico e offre strumenti per visualizzare e analizzare le misurazioni.

Un altro modo per aiutare nel monitoraggio del fenomeno è partecipare al progetto Cities at Night, che si basa sugli scienziati dilettanti che abitano nei centri urbani per mappare e identificare le foto delle città catturate dalla Stazione Spaziale Internazionale. Questa preziosa informazione aiuta i ricercatori a valutare meglio l’inquinamento luminoso in tutto il mondo, non solo in un singolo Paese.

In Italia, CieloBuio è un eccellente sito web di riferimento per chi è interessato alla protezione del cielo notturno. Si tratta di un’apposita associazione molto attiva sul fronte della pressione su politici e istituzioni, ma il relativo sito Internet – peraltro estremamente curato – è anche molto ricco di documenti tecnici e di vari materiali utili, dunque è un ottimo punto di partenza per approfondire il “caso italiano” e fonte di ispirazione per chi ama “agire”, e non aspettare che siano gli altri a farlo.

Per chi fosse interessato a contenuti più tecnici (per lo più in inglese), segnaliamo il sito web dell’Istituto di Scienza e Tecnologia dell’Inquinamento Luminoso, diretto dal Dr. Pierantonio Cinzano, uno dei maggiori esperti al mondo sull’argomento a livello di ricerca, avendo al suo attivo numerose pubblicazioni scientifiche e collaborazioni con numerose Università, Osservatori e Laboratori di ricerca. Il sito è ospitato all’interno dell’ottimo portale InquinamentoLuminoso.it, gestito dallo stesso Cinzano.

Anche Buiometria partecipativa è un sito interessante, perché raccoglie osservazioni eseguite da un gruppo di volontari sparsi sul territorio italiano e misurazioni della qualità del cielo notturno fatte con lo Sky Quality Meter. Il gruppo è coordinato da un ingegnere ambientale e da un geografo e dal 2008 si occupa di mantenere un database nazionale di misure sull’inquinamento luminoso e può anche aiutare nella calibrazione e nell’utilizzo degli strumenti per la misurazione del fenomeno.

Purtroppo, in Italia non esiste una legge nazionale che regolamenti la prevenzione dell’inquinamento luminoso: soltanto alcune singole regioni e la provincia autonoma di Trento hanno promulgato dei testi normativi in materia, e non sempre la normativa adottata è abbastanza stringente da renderla efficace. Perciò, è importante mobilitarsi affinché i politici e gli stakeholder della propria Provincia e Regione siano informati del problema e si adoperino per la sua soluzione e prevenzione.

 

Riferimenti bibliografici:

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