La rimozione o inattivazione dei batteri nell’acqua che beviamo è essenziale per proteggere la salute di qualsiasi persona che beve l’acqua. Molti sistemi di trattamento dei batteri implicano l’aggiunta di una sostanza chimica per uccidere o inattivare, ma i batteri possono essere rimossi fisicamente anche mediante filtrazione o mediante l’uso di radiazioni ultraviolette (UV) o tramite bollitura e pastorizzazione. Sebbene diversi metodi eliminino i microorganismi che causano malattie presenti nell’acqua, la clorazione continua – realizzata con una pompa di alimentazione chimica che distribuisce il cloro in una vasca – è il più comunemente usato nel caso degli acquedotti pubblici e dei pozzi, perché è altamente efficace contro i batteri, anche se richiede un certo tempo di contatto (minimo 30 minuti). L’aggiunta di cloro specifico per acqua potabile a dosaggi normali non uccide tutti i virus, i batteri od i vermi. Se combinata con la filtrazione, la clorazione è dunque un modo eccellente per disinfettare l’acqua potabile. Una volta installato un sistema, è importante monitorarlo continuamente per garantire la rimozione costante dei batteri. Ricordiamo che lo standard per i batteri coliformi nell’acqua potabile – che i sistemi idrici pubblici sono tenuti a testare regolarmente – è “meno di 1 colonia per 100 millilitri di campione” (<1/100 ml). Si noti che alcuni organismi sono più resistenti al cloro / disinfettante rispetto all'indicatore E.coli ed ai coliformi in generale.