I materiali radioattivi presenti in natura derivano dal decadimento dell’uranio e del torio. Dunque, i minerali da cui si estrae materiale radioattivo sono quelli che sono ricchi di questi due elementi. L’uranio è stato identificato formare 103 diversi minerali, dei quali il più comune è l’uranite. Può formare molti minerali secondari che contengono solfati, silicati, fosfati, etc., così come ossidi multipli. Di solito, la chimica dell’uranio è strettamente legata a quella del torio – altro elemento radioattivo, per l’appunto – in particolare per quanto riguarda la distribuzione nelle rocce ignee. Uranio e torio si osservano in tutte le rocce più grandi che formano minerali. In genere, i minerali ricchi di magnesio e ferro, come pure i graniti, sono ricchi anche di uranio e torio. L’estrazione di minerali contenenti molibdeno e oro è stata associata con i più alti livelli di radiazione nell’aria e nell’acqua, rispettivamente. L’estrazione di minerali può dunque esporre gli esseri umani alla radioattività in molti modi. Il contenuto di uranio e torio di un minerale è un’utile prima stima della radioattività che un minerale può avere. Quest’ultima, a sua volta, dipende dalle caratteristiche geochimiche e dalla storia geologica del minerale in questione.