La vita in condominio ha un aspetto che le case unifamiliari non hanno: vicini immediati e spesso rumorosi. Purtroppo, non esiste alcuna norma di legge che stabilisca una soglia di rumore in decibel che i rumori nel condominio non possono superare. Il Codice Civile parla solo di “normale tollerabilità”, altrimenti può scattare da parte del giudice l’inibizione, il risarcimento del danno e, eventualmente, l’ordine di insonorizzare le pareti. Ovviamente, occorre considerare anche l’orario: uno schiamazzo può essere tollerabile a mezzogiorno, ma non a mezzanotte. Prima di scomodare la legge, però, conviene consultare il regolamento del proprio condominio, che può vietare determinate attività rumorose in determinati orari. In tal caso, indipendentemente dalla tollerabilità o meno del rumore, tali attività o rumori sono illeciti. Se il reclamo per il rumore viene, inizialmente, portato all’attenzione dell’amministratore del condominio, questi ha il dovere di indagare e mediare tra le due parti. L’accusatore dovrà fornire dettagli sul rumore, incluso livello, descrizione e tempistica. L’accusato dovrebbe fornire una sorta di prova per dimostrare che il rumore non è stato fatto. Se il reclamo non può essere risolto all’interno del condominio, si può considerare l’adire per via legali dopo aver consultato un avvocato.